Che tempo, ragazzi!
Anzi, che pioggia! Eravamo io e Gessica, ovviamente sempre insieme, il “master commander” Luigi, Massimo e Francesco, Bruno e Francesca (Flu per gli amici). Beh!, come puntualmente previsto, la mattina di sabato freddo e pioggia ci hanno accolti cordialmente, ma noi, navigatori indomiti, abbiamo affrontato sprezzanti gli scrosci di pioggia che, impietosi, si abbattevano su di noi.
Per circa due ore “acqua sopra ed acqua sotto” ci hanno accompagnato nelle scorribande tra Punta Bianca e “il Tino”, anche se il vento non è mai stato particolarmente forte, aggiungendo al danno la beffa di una scarsa ventilazione.
Ed è qui che dopo la leggenda dell’uomo che sussurrava ai cavalli, nacque la leggenda d ell’uomo che fermava il vento: perché, come dice Hercule Poirot nei romanzi di Agatha Christie, una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze sono un sospetto, tre coincidenze sono quasi una certezza.
Ebbene, come tutti sanno ci si turna alle scotte e al timone per permettere a tutto l’equipaggio di allenarsi nei vari compiti e, date le condizioni atmosferiche, un po’ di vento a 10 nodi si è presentato durante tutta la giornata anzi, nel pomeriggio siamo arrivati a raffiche di oltre 15 nodi, con l’F 40 che si piegava di bolina quasi a bagnare la falchetta: ogni volta, però, che prendevo in mano il timone il vento calava fino alla bonaccia più triste, e questo per ben tre volte nei due giorni d’uscita.
Inutile riferire i commenti sarcastici dei compagni di viaggio nei miei confronti, tanto che, emuli dei fenici e dei grandi navigatori del passato, abbiamo coniato una nuova manovra per contenere la forza del vento: dopo la prima mano di terzaroli e la seconda mano di terzaroli non rimane altro che affidarsi alla “mano di Enzo” che ha il potere di calmare il vento anche durante le tempeste più spaventose.
Non vedo l’ora di provare altre uscite per smentire questa maledizione (se qualcuno mi vorrà a bordo); d’altronde se siete in difficoltà per il vento forte può sempre servirvi il mio potere calmante.
Bando alle ciance, tra una presa di gavitello ed un uomo a mare sono trascorsi in un lampo i due giorni di uscita, tra l’altro con un sole quasi primaverile nella giornata di domenica. Ottima la pasta asciutta con il ragù al tonno di gavitello, sapientemente preparato da Francesca e Gessica, tanto per allietare gli stanchi stomaci dei naviganti.
Purtroppo, con l’avanzare della stagione autunnale il giorno si accorcia sempre più e all’imbrunire, nonostante un rinforzo di vento, dalla nostra radio di bordo il solito “Porto Lotti… Porto Lotti… qui imbarcazione Giovane Padawan…” ha annunciato il rientro in porto.
Ma noi siamo già pronti per nuove ed incredibili avventure che ci attendono alla prossima uscita.
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